giovedì 31 gennaio 2013

Zuppa di farro e lenticchie rosse con pesto di olive verdi...mi son persa!!!


Ci si perde a volte...a me capita... (a te capita??)...di perdermi nel filo dei miei pensieri, o dei miei ricordi, o sulla strada che mi si profila ogni giorno dinanzi...
...poi mi rioriento, come gli Amalfitani facevano in mare con la loro bussola, e così il viaggio continua...

E' successo martedì mentre partivo da Sant'Agnello, vicino Sorrento, e dovevo ritrovare la statale che porta a Napoli.
Si, mi sono persa...piacevolmente ed inaspettatamente...è successo senza che me ne accorgessi, convinta di saper trovare la strada del ritorno anche senza reimpostare il mio navigatore.. questa scatoletta elettronica che mi fa sentire tanto sicura nel portarmela dietro ma che, quando l'accendo, per allinearsi al segnale del satellite ci mette sempre una vita, e così a volte ne faccio a meno e mi arrangio da me!!!

E' stata veramente una frazione di secondo, un attimo nel quale non avrò svoltato, perchè ero troppo assorta nei miei pensieri, e la macchina ha preso una strada diversa...
...ma quando me ne sono accorta era troppo tardi... la strada era isolata, più avanzavo e più mi veniva incontro un mare sempre più ampio, bellissimo, di un blu cobalto color del cielo e ravvivato da un'increspatura invernale.
Ho guardato giù verso il porticciolo con barche ormeggiate, le reti cadenti ai lati e senza pescatori che le raccogliessero, il tutto sovrastato da una grande muraglia bianca a picco sul mare..una roccia marmorea più bianca della "Pietà di Michelangelo", ma vi assicuro altrettanto commovente, uno spettacolo mozzafiato, e su, in altezza, una chiesetta di mattoni rossi incastrata sulle rocce...mi chiedo come avranno fatto a costruirla proprio lì??
Quando la natura vi offre questi scenari fantastici tutto passa in secondo piano, i pensieri si dileguano, la paura scompare, i quattro elementi, acqua, aria, terra e fuoco diventano un summit di energia vitale e pensi che per creare tutto ciò solo un "Essere Superiore" abbia potuto pensarci!!!

Ci ho messo un pò a rigirare l'auto, a dare le spalle a tanta bellezza, a cercare di capire come abbia fatto ad arrivare fin lì...e per una stradina altrettanto secondaria sono arrivata sulla statale, di fronte ad una chiesa altrettanto bella, la chiesa della Madonna del Lauro, con un campanile a bulbo ed una grossa cupola maiolicata nascosta alle sue spalle...e così ho ripreso la strada di casa....

Per riacquistare a pieno la mia serenità, dopo essere stata già aiutata tanto da Madre Natura, mi son data alla preparazione di una nuova zuppa per la cena!!



Metto la pentola di cotto sul fuoco a riscaldarsi, la cipolla imbiondisce nell'olio, e già pregusto il momento del primo assaggio.
Lenticchie rosse e farro, tutte fibre accompagnate da carote e sedano. Le ho aromatizzate con il timo , e quando la zuppa è servita nei tegamini monoporzione viene arricchita dal pesto di olive verdi, perchè tutto risulti più saporito e speciale...
Ingredienti (per 6 porzioni)
200 gr. di lenticchie rosse secche (Select)
200 gr. di farro (Barilla)
1,5 l. di acqua
2 carote medie sbucciate. lavate e ridotte a rondelle sottili
il gambo del sedano, sfilacciato, lavato e tagliato a rondelle
mezza cipolla a fettine
olio EVO
15 gr. sale
un cucchiaino raso di timo
85 gr. di olive verdi sgocciolate e denocciolate (Saclà)

Procedimento:
Imbiondire la cipolla in due cucchiai di olio EVO. Aggiungere le lenticchie, le carote, il sedano e l'acqua. Far cuocere per 25 minuti. Aggiungere il farro, il sale ed il timo. Far cuocere per altri 10 minuti e spegnere.
Nel frattempo passare nel mix le olive e due cucchiai di olio EVO.
Versare la zuppa in tegamini monoporzione e ricoprire con il pesto di olive ed un ciuffo di sedano!
Servire!!

Mi piace definirlo un piatto terapeutico, un premio consolatorio perchè svaniscano totalmente la stanchezza ed i pensieri di una giornata che volge alla fine!!!
Così che rimanga solo il ricordo di un posto che nemmeno sapevo esistesse...  così che mi farà sempre meno paura perdermi.....
A presto!!!


sabato 26 gennaio 2013

Orecchiette con cime di rapa, speck, noci e pecorino romano...connettiamoci!!!!



Ho avuto una settimana intera per metabolizzare i corsi di comunicazione della settimana precedente e diciamocela tutta, per metterli in pratica sul campo. Il mio campo è stato ovunque.. sul lavoro, in famiglia, con le bimbe, con le mamme delle amichette...devo dire che tra le tante tecniche apprese negli anni questa è tra quelle che mi ha convinta di più!
Il principio è molto semplice: non cercare di comunicare nulla ad alcuno prima di non essere sicura che quest'ultimo sia connesso con te!!!
"Connettersi" è anche un termine molto "web" per cui non credo di uscire dal tema se ne parlo qui!! Il food blogger è una persona che presenta un qualcosa di proprio ad altri e la comunicazione non andrebbe mai sottovalutata. E poi mi piace l'idea di poter condividere le cose con voi!
Secondo questa tecnica, perchè una conversazione funzioni, occorre che ci si ritrovi sulla stessa lunghezza d'onda e devo dire che il blog è il campo più semplice...qui, chi arriva, è in parte già connesso per lo stesso tuo interesse, la stessa tua passione, cucinare!!!
Altrove è il caos...chi vuole dire la sua, chi cerca solo l'attenzione, chi parla tanto per, chi sta zitto e di aprirsi proprio non ne ha voglia!!! Ma a tutto c'è rimedio!!!
La tecnica è chiamata "call insight" ovvero "chiamare da dentro". Significa saper trovare la chiave giusta per portare l'altro ad ascoltarti, e non solo perchè tu hai voglia di dirgli la tua, ma perchè realmente è un interesse di chi hai di fronte sapere cosa vuoi dirgli, perchè realmente dentro di sè c'è questa necessità...
....quindi il primo punto è essere sicuri, prima di partire sparati con il dire all'altro ciò che vuoi, di avergli fatto prendere consapevolezza che ciò che stai per dirgli sarà per lui, in primis, veramente importante!!!
C'è un percorso divertente per poter connettersi; se poi provi ad allenarti pian piano nel quotidiano puoi sperimentarlo: Devi fare in modo che l'altro ti risponda a quattro domande:
"Who? What? Why? How?" .
 Nella fase iniziale (Who?, What?) cerchi di far prendere coscienza all'altro che la cosa che stai per dirgli davvero può interessargli. Come? Coinvolgendolo nel problema, facendolo aprire su sue esperienze analoghe con le domande giuste, e così anche tu verrai a conoscenza e ti interesserai realmente al suo modo di vedere o di fare le cose.
Nella fase del Why comprendi perchè l'altro agisce in quel modo, e più sei bravo a chiederne "il perche", più conoscerai veramente chi hai di fronte.
Se a questo punto sei riuscito ad interessarlo sull'argomento e tu ad interessarti a lui, finalmente sarete connessi!!!!
E solo qui, in questo momento, tu sarai pronto a condividere il tuo punto di vista e sarai veramente ascoltato!!!!
So che può sembrare tutta teoria ma vi assicuro che se qualche volta vi servirà connettervi con qualcuno e metterete in pratica il call insight avrete risultati interessanti....ovviamente occorre far si che questo schema entri dentro, venga metabolizzato e diventi un proprio "Know how", altrimenti resta solo un goffo modo di standardizzare una comunicazione e non ha senso!!!

Detto questo, se non vi ho persi, passo al piatto di oggi!
E' un primo che mi si è formato tra le mani inaspettatamente. E' stata un' unione di cucina Napoletana e Pugliese con prodotti Campani, del Trentino e Romani.
E' nato grazie alla vecchina del piano di sopra, una donna che ha 5 figli, 13 nipoti e dei pronipoti ho perso il conto, che mi ha regalato una busta piena di cime di rapa della sua terra.
Sono broccoletti teneri, cimette appena nate, ideali per fare i classici "friarelli" Napoletani se, una volta sciacquati, venissero cotti in una padella con un filo di olio bollente. A Napoli la povertà faceva nascere questi piatti gustosi perchè si partiva da cibi di avanzo, appunto queste cimette, per poi donare calorie al piatto con l'olio e quindi potersi sfamare.
Ecco la ricetta di questo primo piatto:

Ingredienti:
300 gr. di orecchiette ("Rummo" pasta speciale)
250 gr.cimette di rapa
70 gr.speck a tocchetti
10 noci ridotte in piccoli pezzetti
pecorino romano grattugiato
olio EVO
sale
Procedimento:
Eliminare i gambetti più duri delle cime di rapa e sciacquarli per eliminare eventuale terriccio. Portare a ebollizione l'acqua, salarla e buttare le orecchiette insieme con le cimette.A parte versare l'olio in una pentola e rosolare lo speck a tocchetti, poi spegnere.
Quando la pasta è cotta, scolarla con la verdura e versare nella pentola dello speck. Riaccendere il fuoco ed unire le noci facendo insaporire il tutto. Portare in tavola e versare nei piatti inondando di generoso pecorino romano grattugiato.


Ho usato il metodo pugliese di cuocere le orecchiette ed i broccoletti insieme nell'acqua bollente perchè nessuno dei due ingredienti perdesse sapore. Quando li assaggerete potrete notare il sodalizio di un matrimonio riuscito...lo speck, le noci ed il pecorino romano insieme fanno faville.
Buon appetito a tutti voi!!!!!

domenica 20 gennaio 2013

Ritorno a casa....le ridòno calore con uno Strudel!!!



Non so se vi capiti spesso di restare lontane da casa per un'intera settimana...lontano dalle persone a voi care con le quale condividete i momenti più belli, più intimi o più semplici del vostro quotidiano...
Credo ce ne siano tante...le notavo lunedì, quando alla stazione, chiusa nel mio caldo cappotto, con il valigione pieno, la borsa ed il pc, ero pronta a prendere il mio treno per Roma sul binario, e tanti come me camminavano con il proprio trolley e gli sguardi a terra, per salire sul treno ad alta velocità che unisce in lunghezza tutte le principali città italiane.
La stazione è veramente un luogo dove si incrociano i più disparati saluti, ma l'atmosfera generalmente cambia di gran lunga tra il broncio del lunedì per la partenza ed il sorriso del venerdì per il ritorno...(ovviamente con le dovute eccezioni)!!!
Non posso dire di essermi annoiata questa settimana, per l'essermi vista con i colleghi di tutt'Italia, o per i corsi di comunicazione fatti che credo costituiscano sempre un arricchimento personale (i coach ed i motivatori sono persone generalmente molto positive! !!!) ...
...ma quando torni a casa, con le bimbe che ti riabbracciano, il compagno ed i genitori stramorti per essersi sobbarcati tutto il menage quotidiano, e la casa che necessita di una generale ristrutturazione..scherzo!!!... riprendi calore e pensi che questo fine settimana sarà necessario rimettere in moto una cucina che ha visto solo slow food improvvisati...
Sebbene sia reduce di una buona "cucina romana" di questi giorni, ho voluto cambiare genere e quindi, organizzando il pranzo domenicale, ho pensato al freddo che imperversa fuori, alla neve che ho visto lungo la strada del viaggio di ritorno, ed all'atmosfera di festa che ormai è passata!!!
Qui servono necessariamente le spezie più disparate, il calore del forno acceso, i profumi che ricircolino tra la cucina ed il salotto, dove oggi, su un piattino festoso, il pranzo si è concluso con un...bentornata nella tua dolce dimora!!!!

Ho pensato ad uno Strudel accompagnato da una salsa di fondo dolce, anch'essa speziata con chiodi di garofano, cannella e pepe nero...
Questo "vortice di bontà" fa tanto "Trentino" e rappresenta per me il pieno inverno, le candide nevicate, le calde mele candite infilate sullo stecco, gli oggetti creati con il legno, i berretti e le sciarpe di lana, insomma... uno dei posti che meglio rappresenti quanto di buono il freddo possa donare......
So che anche qui le ricette ed i consigli sono i più disparati; io ho preferito farlo con la ricetta di un vecchio libro dell' '86 che conservo gelosamente e poi l'ho farcito con tutto ciò mi sia rimasto delle feste: pinoli, uvetta, mandorle, cannella...vuoi provare?


Ingredienti per la pasta:
250 gr. di farina 00
1 uovo
50 gr. di burro (più altri 50 gr. di burro scioli per spennellare la pasta una volta stesa e poi sopra quando è arrotolata)
20 gr. di zucchero 1 pizzico di sale
acqua tiepida q.b.
Ingredienti per il ripieno:
750 gr. di mele non tanto dure
3 cucchiai di pangrattato
50 gr. burro
50 gr. di uvette
25 gr. di mandorle
25 gr. di pinoli
scorza grattugiata di un limone
80 gr. di zucchero
mezzo cucchiaino di cannella
zucchero a velo per ricoprire lo Strudel cotto.


Ingredienti per la salsa di fondo dolce:
200 ml di latte
2 tuorli d'uovo
50 gr. zucchero
2 chiodi di garofano
2 grani di pepe nero
1 stecca di cannella


Procedimento:
Impastare la farina con un uovo, lo zucchero, il pizzico di sale, il burro sciolto con qualche goccia d'acqua ed infine l'acqua tiepida necessaria per ottenere una pasta piuttosto morbida, ma che non attacchi alle mani. Lavorate l'impasto battendolo più volte sul tavolo, formate una palla e copritela con una pentola calda facendo attenzione che non tocchi la pasta (si può riscaldarla la pentola con acqua bollente). Far riposare per 30 minuti.
Nel frattempo mettere a mollo l'uvetta in acqua per 20 minuti, poi scolare e tamponare. Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili. Aggiungere l'uvetta, i pinoli, le mandorle a pezzetti, la buccia grattugiata del limone, gli 80 gr. di zucchero e mezzo cucchiaino di cannella. In una pentolina antiaderente fate imbiondire il pangrattato nel burro e tenetelo da parte.
Riprendete la pasta, adagiatela su un canovaccio leggermente infarinato e stendetela delicatamente piano piano con il matterello infarinato fino ad ottenere una sfoglia sottilissima.
Spennellare tutta la sfoglia con parte del burro sciolto, distribuiteci su il pangrattato e poi tutti  gli altri ingredienti, lasciando il bordo intorno al ripieno vuoto.

Arrotolare la pasta senza toccarla con le mani ma aiutandoti con il canovaccio. Chiudete le estremità affinche non esca il ripieno durante la cottura. Spennellate la superficie con il restante burro fuso ed adagiate il rotolo sulla placca rivestita di carta forno.
Infornate a 185°C ventilato (195°C normale) per 40 minuti.
Nel frattempo fare bollire il latte in un pentolino, spegnere e mettere in infusione le spezie chiuse in una garza ( il pepe nero, la stecca di cannella ed i chiodi di garofano).
Sbattere i tuorli con lo zucchero. Aggiungere il latte a filo (eliminando il sacchettino con le spezie) e portare sul fuoco fino a 86°C. Spegnere e lasciare raffreddare.
Quando è cotto, sfornare lo Strudel e cospargere di zucchero a velo.
Servire caldo, tiepido o freddo accompagnato dalla salsa di fondo dolce.


Questo Strudel è veramente un vortice di piacere!! Non è per niente dolce quindi la frutta secca e le mele sono tutte presenti all'assaggio e la salsa dolce di accompagnamento rende giustizia nell'esaltarne le spezie.
Anche se lo servite a fine di un pasto della domenica non appesantirà per nulla il finale...infatti inizialmente scettici qui me lo hanno poi divorato!!!!
Buona settimana a tutti voi!!!!

giovedì 10 gennaio 2013

Un minestrone "scalda-umore"...ed un'anno da interpretare!!



Riflessioni su questo nuovo anno....
Sarà un anno non facile...è una di quelle sensazioni che percepisco a pelle, che al momento mi concede una certa irrequietezza, quasi impercettibile, ma che è qui e so che dovrò in qualche modo controllare...e dominare perchè in futuro non mi domini!!

Il quotidiano per i "fortunati", oggi , è avere un lavoro; ma il mondo del lavoro è ancora più agguerrito, e la paura rende sgradevoli e scorretti. Non intendo scendere a questi compromessi...preferisco la correttezza, la lealtà, e perchè no,l'essere idealista.
Credo, senza necessariamente apparire ingenua, nel rapporto tra le persone, nello scambio di idee, nella condivisione di progetti per una crescita costruttiva tutti insieme; odio le competizioni malsane, gli sgambetti, le corse al potere senza regole.

Spero di sbagliarmi nell'essere un pò in allerta, spero che questo anno sia come lo desiderano in tanti, con risultati ottimi per tutti in ogni campo!

Vorrei cominciare a sentire in giro notizie positive: la crescita del lavoro, problemi per cui si possano trovare le soluzioni, l'ottimismo in crescita, una società in reale evoluzione...

Ok, ok, ora basta...è sera! Proviamo a rilassarci dopo una giornata di quelle intense...
Le vacanze o il fine settimana è sempre un'inno alla giornata che comincia, magari con una sana colazione,la lettura di un giornale o un libro ed il tempo necessario per riordinare le idee; al contrario, la "giornata ordinaria" è la sveglia che trilla troppo presto, le corse a preparare se stessa e, se ci sono, anche i bambini, poi le corse per la campanella inclemente della scuola e le fughe al lavoro. Ed allora un pò di tempo per sè???
Per la sottoscritta tutto si sposta a sera, quando c'è realmente il tempo, anche se tardi, di riunirsi intorno al tavolo, scambiare due chiacchiere su come si è avvicendata la giornata, e magari consolarsi con qualcosa di caldo e rassicurante.

Per questo vi presenterò nel corso dell'inverno un pò di minestroni e zuppe che possano fungere da "scalda-umore", che poi possano essere accompagnati,perchè no, a completamento di fine serata, seduti sul divano, da una calda tisana rilassante per un sonno ristoratore: una di quelle a base di camomilla,  tiglio, melissa, melliloto e verbena!

Ingredienti per un minestrone "scalda-umore":
400 gr. minestrone misto congelato (io ho usato il classico "Valle degli orti della Buitoni") o fresco (carote, piselli, borlotti, sedano, patate, pomodori, fagiolini, zucca, verze, porri, prezzamolo, basilico)
mezza cipolla tritata
5 grosse castagne sbucciate
una manciata di funghi porcini essiccati
125 gr. ceci cotti sgocciolati
sale quanto basta
olio EVO

Procedimento:
scaldare un cucchiaio di olio EVO con la mezza cipolla tagliata a fettine dopodichè versare il minestrone e le castagne. Coprire il tutto con acqua e fare cuocere salando.
Dopo mezz'ora aggiungere i funghi essiccati e la mezza scatola di ceci cotti. Cuocere ancora mezz'ora aggiungendo un pò d'acqua calda, se necessario, e riaggiustando di sale. Chiudere ed aggiungere un filo di olio EVO a crudo. Versare nei piatti e servire, magari accompagnato da crostini.


Il sapore importante dei funghi e dolciastro delle castagne da un tocco di bosco alle verdure. I ceci rendono il piatto più corposo e rassicurante!!!

Con la tisana conclusiva una visione più coccolosa delle cose, vi assicuro, sarà nell'aria!!!

domenica 6 gennaio 2013

Dolci di castagne...e con l'Epifania tutte le feste vanno via!



Siamo quasi alla fine delle feste, c'è stata quest'ultima notte... non meno magica di quelle già trascorse; perchè volete mettere questa simpatica vecchina, vestita con scarpe rotte e svolazzante su una scopa, che buca il cielo puntando verso il chiarore della luna e che nel suo sacco porta qualsiasi prelibatezza un bimbo...e non solo un bimbo..possa mai desiderare???
Ed allora, mentre le bimbe stamattina stanno scoprendo cosa la befana ha lasciato di buono, un ultimo sguardo all'albero illuminato che settimana prossima non sarà più qui ma che ci ha dato calore per tutte queste sere...ed un saluto al presepe che come ultimo atto, vede i tre re magi dinanzi alla capanna, chinati al cospetto di quel piccolo grande Re.
Questi ultimi due giorni per noi sono stati un pellegrinaggio itinerante verso diversi presepi artistici della penisola Sorrentina, tutti presepi Napoletani del '700, che ci hanno fatto ancora una volta amare quest'arte di artigiani che passano il loro tempo nel vestire con minuzia certosina piccoli pastori di creta avendo cura per ogni particolare. Paesaggi che riprendono scene del centro storico di Napoli, sfondi con il Vesuvio fumante, spiagge con barche a riposo, in lontanaza un faro,e poi il mare all'orizzonte. I mercati poi sono ricchi di ogni bene, dal fruttivendolo, al macellaio, al pescivendolo, all'uomo delle caldarroste....e nel presepe di Gragnano è addirittura presente l'antica lavorazione dei pastai che stendono all'aria i fili di spaghetti ad asciugare come si faceva un tempo.


Tornando verso Salerno, il caos incombe. Questa è una città che ha visto crescere negli anni la sua fama per le "luci d'artista", luminarie che rendono ogni scorcio del centro uno scintillio di rappresentazioni diverse. Il corso principale è coperto di pianeti e stelle cadenti, piazza "Porta Nova" ha visto riprodotto il sistema solare, e la Villa Comunale che è stata soprannominata "il giardino incantato", quest'anno è stata animata da folletti, fate, gnomi, funghi multicolore e vere gallerie di luci bianche sotto le quali è possibile passeggiare...

Tra un presepe ed un'altro,ieri ci siamo concessi un pranzo fuori, in una trattoria di Pimonte di non grosse pretese, ma dall'atmosfera così confidenziale che è sembrato di stare davvero più che a casa, con la differenza che me ne sono stata a tavola a rifocillarmi senza stavolta muovere un dito, coccolata dal ristoratore che possedeva una semplicità disarmante. Scialatielli ai funghi e grigliata di carne...con un' unica, buonissima, quaglia rimastagli... e poi, castagne gigantesche cotte sotto la cenere....come dice Albi...mi sono davvero consolata...

Proprio rifacendomi alle castagne ecco un ultimo dolce delle festività, dei dolcetti di castagna che andrebbero fatti proprio con castagne secche, cotte e passate, ma io, per rapidità, ho usato la "farina di castagne" Lo Conte; sono castagne della provincia di Avellino, famose per il loro gusto morbido e vellutato, io le trovo di buona qualità. Ad esse ho unito cioccolata, caffè e marmellata di fichi del Cilento regalatami.
Ecco la ricetta:
Ingredienti ripieno:
400gr. farina di castagne (Io farina "Lo Conte")
4 tazzine piene di caffè
200gr. cioccolata fondente
6 cucchiaini colmi di zucchero
mezza tazzina di anice
3 cucchiai colmi di marmellata di fichi (fichi del Cilento)

Preparare il caffè e zuccherarlo con i 6 cucchiaini di zucchero. Tagliarci dentro la cioccolata e scioglierla sul fuoco. Aggiungere lentamente la farina di castagne e gli altri ingredienti.Amalgamare il tutto. Fare raffreddare.


Ingredienti della pasta:
400gr. farina 00
75 gr. zucchero
2 uova
75 ml vino bianco
75 ml olio EVO
scorza di mezza arancia grattuggiata
Impastare la farina con gli altri ingredienti, lavorarla ed aggiungere un pò di farina se necessario perchè non sia troppo umida. Tirare la sfoglia sottile, formare dei rettangoli nei quali mettere un pò d'impasto e chiuderli.

Infine:
olio per friggere
miele e confettini (foto iniziale), oppure zucchero a velo per guarnire.


Friggerli in olio bollente e passarli su carta assorbente. Una volta freddi possono essere ricoperti di miele caldo e confettini oppure semplicemente con zucchero al velo.
La farina di castagne ha pochissimi grassi e colesterolo, ha un elevata presenza di potassio e vitamine del gruppo B, contiene ferro, calcio ed un elevato contenuto di fibre.
Questi dolcetti dal cuore dolce e morbido riconciliano con il mondo...
Sta per tornare anche il freddo...ecco le renne di Babbo Natale che fanno ritorno al Polo Nord...


Buona Epifania a tutti!!!!!

mercoledì 2 gennaio 2013

Tartufo nero di Bagnoli Irpino...su tortellini bolognesi..ciak, abbastanza buona la prima!!!



Ieri è stata una giornata tranquilla, la prima del nuovo anno, quella in cui desideri rilassarti e magari pensare, ma non troppo, a ciò che potrà succedere....
Ancora stanchi e satolli del cenone, fatto rigorosamente qui a casa, con un occhio alla tavola ed uno alla tele che si collegava un pò ovunque, il tappo dello spumante è partito per il canonico brindisi, per l'augurio a tutti i propri cari di salute e serenità!!!
Sono stati giorni pieni, per me anche riposanti soprattutto mentalmente, quel giusto distacco dalle cose quotidiane prima che lunedì prossimo ci possa essere la reimmersione nelle corse di routine....
Finalmente la bambine sanno riconoscere i numeri e così abbiamo rispolverato la vecchia tombola, un gioco che se non ricordo male ho lasciato una ventina di anni fa (mamma come passa il tempo). In realtà allora non esistevano feste natalizie senza essere stati tutti intorno ad un tavolo, con le bucce di mandarino a coprire i numeretti, facendo a gara a chi prima si accaparrasse il piccolo bottino del montepremi....un gioco lento, scandito da chiacchiere, commenti sul significato dei numeri della "smorfia napoletana", le prese in giro a chi è più o meno fortunato al gioco....

Al centro della tavola un bel panettone, le noccioline americane (a Napoli le chiamano ò spass'...) e tutta la frutta secca rimasta....ma la chicca che abbiamo provato è stata"un vino all'amarena" eccezionale, "Elixir di Bacco", delle cantine Polito di Agropoli ....un aglianico IGT di Paestum che quasi scompare per far posto al succo di amarena, un gusto lievemente liquoroso, veramente incantevole...


Invece il vero protagonista della tavola di Capodanno è stato lui, ve lo presento, il fantasmagorico (si lo so, sono di parte, ma io ne vado matta...) "tartufo di Bagnoli", 7 piccole pepite come questa, che abbiamo acquistato e che conserverò gelosamente per....grattuggiarlo di qua e di là. Questo tartufo, che cresce nel sottobosco ai piedi di querce, betulle, faggi e nocciole, ha una profumazione molto intensa dovuta ai "fenoli", e se lo chiudete in un vasetto di vetro che poi aprite, l'odore che ne esce è nella sua massima espressione!

Così mi son dedicata al primo piatto per esaltare il tartufo a re....e mi sono cimentata nella ricetta dei tortellini Bolognesi, giusto per riunire nord e sud Italia..., con la ricetta del nonno di Alberto, che conservo gelosamente da anni!! Poi in realtà è abbastanza simile a quella che ho trovato in rete....


Ora, non vi dico la tensione all'assaggio tortellino di ieri, per lui che anche se di famiglia napoletana è nato a Bologna e di tortellini ne hanno provati un bel pò!! Risultato della critica è stata: "Interno ottimo, ma sono risultati di forma troppo grande e la pasta doveva essere più sottile", ecco perchè il primo ciak è stato decente ma si può fare di meglio la prossima volta. Vi lascio la ricetta perchè, voi più bravi di me, potreste cimentarvi nella prova..


Ingredienti: (resa circa 1200 gr. di tortellini)
250 gr. lonza di maiale
150 gr. prosciutto crudo
150 gr. mortadella
150 gr. grana padano grattuggiata
noce moscata
pepe nero
un pizzico di sale per la lonza
una noce di burro

Rosolare la lonza nel burro, salarla, farla cuocere e poi tritarla nel mixer. Poi aggiungere tutti gli altri ingredienti e ripassarli ancora al mixer. L'impasto è pronto.

Pasta:
400 gr. farina
4 uova

Per condire:
brodo vegetale
panna da cucina
tartufo

Preparare l'impasto, stendere la pasta molto sottile, ricavare dei piccoli quadratini tutti uguali, riempirli.

Chiuderli a triangolo e poi dargli la forma...io ho visto come si fa su you tube..


Inutile dire che il sapore dipende dalla giusta scelta degli ingredienti, tutti freschi e di qualità!!!
Cuocerli in un brodo vegetale, possibilmente non fatto con il dado. Mangiati così sono buonissimi.
Poi, se rigirati nella panna sul fuoco, portati in tavola, vi si grattuggia su il tartufo....e provarlo ne vale davvero la pena!!!

Vi lascio qui un articolo sul tartufo nero di Bagnoli scritto sul sito di Luciano Pignataro, giornalista Campano.
Ancora BUON 2013 A TUTTI VOI!!!!!