sabato 22 febbraio 2014

Ciambellone al limone con acqua e olio.....per risvegliarsi come fa la natura...con acquazzoni e germogli nuovi!!

Non è stato un inverno particolarmente rigido dalle nostre parti ma la natura, dopo uno splendido quadro di colori caldi d’autunno è comunque andata in letargo...rami spogli, pochi colori, poca luce e giornate corte.
L’umore ne risente e sembrano sempre poche le energie per darsi un tono più gioioso...nel fine settimana c’è voglia di stare riparati sotto il piumone ed i buoni propositi di agire si vanno a far benedire.
Poi si comincia ad intravedere un cambiamento, prima impercettibile come quella luce che di mattina entra prima dalle fessure delle persiane, poi le temperature cominciano ad alzarsi e sembra che le forze vogliano ritornare...
Viene voglia di concludere la sera del venerdì con la preparazione di un ciambellone semplice, alla portata di qualsiasi dispensa, per poi svegliarsi il sabato mattina prima di tutti gli altri ed assaporarlo in silenzio,con un caffè caldo che emana aromi nelle stanze di casa, un cappuccino spumoso, una spremuta di arancia, uno yogurt....un libro pigramente lasciato a metà...
Questa ricetta la ripeto da anni, mantenendo costante la quantità di uova, acqua e olio, ma giocando sui 300 gr. di farina che a volte è interamente “00”, altre una miscela di tipologie diverse. Poi l’aroma è di arance o di limoni spremuti.
Ingredienti:
6 uova
300 gr, zucchero
300gr. di miscela farine ( 180 gr. farina di riso e 120 gr. farina 00)
120 ml olio EVO dolce
180 ml di acqua
1 limone spremuto e buccia grattugiata (limone della Costiera Amalfitana)
1 bustina di lievito per dolci
Un pizzico di sale
Procedimento:
Separare i tuorli dagli albumi. Sbattere i tuorli con lo zucchero finchè quest’ultimo non si sia sciolto. Aggingere la miscela di farine pian piano insieme all’olio ed all’acqua. Aggiungere il succo di limone filtrato e la buccia grattugiata. Aggiungere il lievito setacciato. Montare a neve fermi gli albumi con un pizzico di sale ed amalgamarli al composto lentamente. Versare il composto in un contenitore da ciambellone capiente precedentemente imburrato ed infarinato.
Cuocere in forno ventilato a 150°C per un’ora. Prova stecchino.
Sfornare e toglierla dallo stampo una volta raffreddata. Cospargerla di zucchero a velo.
Questa è una ricetta che conosco a memoria e quindi posso farla ovunque.
Una fettina d’inverno accompagna i risvegli o le tisane pomeridiane, d’estate si sbrodola accanto ad una pallina di buon gelato ed una generosa spruzzata di cacao...
Insomma è la mia ricetta semplice ma affidabile alla quale ritorno quando non voglio rischiare.
Come non rischio quando torno nei limoneti di mamma in Costiera e mi ritrovo, dopo un improvviso acquazzone, di fronte ad un nuovo raggio di sole che fa subito quasi primavera....e l’albicocco, che l’anno scorso ha dato forfait dopo una precedente annata meravigliosa, ha arricchito i rami, che sembravano secchi un mese fa, di mille germogli....fra un mese sarà in fiore e speriamo che a giugno sarà possibile farne tanta buona confettura....

Ho catturato un sogghigno di contentezza sul volto di mio padre mentre fa bottino delle sue creature, limoni pieni, succosi, dolci....questi pergolati li abbiamo creati pian piano da piantine prese in un vivaio tanto tempo addietro...oggi sono una meraviglia...
Per finire vi faccio vedere a che punto sono con la pasta madre...credo con i rinfreschi a metà strada....fra un pò potrò cimentarmi e vedremo....
Baci a tutti!!!

mercoledì 12 febbraio 2014

Pesce spada al prezzemolo e cucunci....uno scorcio di Salerno visto da Raito e pasta madre atto primo!!!

Le settimane sono di nuovo piene zeppe di impegni ed a poco valgono i buoni propositi di fare tutto e bene, ci si scende a compromesso con cosa è prioritario e cosa può passare in secondo piano anche se non meno importante.
Un mesetto fa approfittavo di impegni lavorativi a Roma per comprare da Eataly un libro che mi insegnasse ad approcciare “la pasta madre” dal principio. Ho ritagliato scampoli di tempo prima di andare a letto, la sera, per leggerlo almeno due volte prima di decidermi e partire.
E’ un libro semplice ed alla portata di chiunque voglia cominciare questa esperienza, dal titolo “Pasta Madre” di Rita Monastero.
Consiglia diversi attivatori per partire, frutta matura come mele o banane, uva passa macerata nell’acqua o addirittura il latte delle mozzarelle. Io son partita così:
100 gr. di farina manitoba
1 cucchiaino di miele millefiori
1 cucchiaino di olio EVO dolce
1 cucchiaino di yogurt bianco
Acqua q.b. per impastarlo ed attivare il glutine.
L’ho adagiato in un contenitore di vetro facendoci sopra un taglio a croce e ricoprendolo con della pellicola trasparente. Tra 48 ore dovrò passare ai rinfreschi specifici per l’attivazione. Il panetto andrà diviso a metà. Una parte si getta e l’altra si impasta con la stessa quantità di farina ripetendo l’ operazione a tempi sempre più ravvicinati finchè la reazione della pasta che cresce non si accorcerà via via alle 2-3 ore.
Da ieri che son partita la croce si è già chiusa quindi la partenza promette bene!!

Da Eataly ho comprato anche un barattolo di “cucunci siciliani”, che a dire il vero, prima di documentarmi, ero ancora convinta fossero dei capperi cresciuti un pò troppo. Poi ho capito che quelli che noi chiamiamo capperi e mangiamo di norma sono solo dei germogli della pianta, poi si forma un grande fiore bianco che quando appassisce dà vita al cucuncio, dall’aspetto di un cappero gigante con tanto di stelo, il quale ospita all’interno i semi per le future piante.
Se non avessi letto sulla confezione che fossero siciliani avrei scommesso che si raccogliessero in costiera Amalfitana.
Ero piccola, avevo compiuto otto anni quando i miei zii di Amalfi, che non avevano figli, avevano deciso di farmi passare da loro quindici giorni di vacanza così come da piccola avevano fatto con mia mamma.
Mia zia, di nome Elena come me, era una gran cuoca. Aveva una passione smodata per il cucinare ed in casa era indubbio per tutti che ogni sua portata fosse una prelibatezza. In quelle sere d’estate ero incuriosita dal numero indescrivibile di torte che la sera vedevo che zia riusciva a sfornare prima di andare a dormire, dolci dal profumo inebriante. Ero esterrefatta della quantità di yogurt che produceva in continuazione con i fermenti lattici vivi, e la mattina ingenuamente mi svegliavo credendo che sarebbe apparso tutto sulla nostra tavola di colazione. Ed invece no...ma che fine facevano tutte quelle torte e ciambelle, tutto quello yogurt?
Ingenuamente non chiedevo e fantasticavo.
Poi dopo anni mamma mi ha svelato che finivano all’Hotel dei Cavalieri, proprio sulla strada sotto di noi, perchè zia allettava le tavole della colazione di tutti i turisti stranieri che passavano di lì.
La loro era una casa fantastica, fatta di arcate bianche che affacciavano sul porto di Amalfi. Quando scendevamo in strada zia Elena mi portava a passeggiare lungo i muretti che affacciano sulle terrazze di limoneti che si stendevano giù fino al mare, e lì riempivamo una bustina di questi meravigliosi frutti che io credevo fossero capperi giganteschi....oggi scopro che si trattava dei cucunci che poi lei metteva in salamoia e che andavano a riempire la sua dispensa piena di ogni bontà.
Sarà che da piccola tutto ha un sapore più intenso che col tempo si trasforma in ricordi, ma oggi ho ritrovato quel sapore salato e deciso che il cappero piccolo non ha.
Ho cotto questo pesce spada così ed ho ripetuto la ricetta già diverse volte perchè è risultato un connubio riuscito...

Ingredienti:
Un trancio di pesce spada (io l’ho preso nei surgelati, fresco sarebbe meglio)
Olio evo q.b.
Prezzemolo
Cucunci
Procedimento:
Far scaldare in una padella aderente dell’olio EVO. Adagiare il trancio di pesce spada congelato che pian piano rilascia l’acqua in cottura. (Se fresco aggiungerei un pò di acqua). Una volta cotto su un lato voltare dall’altro lato ed aggiungere abbondante prezzemolo a tritato ed una generosa manciata di cucunci. Ultimata la cottura spegrere e servire.
La particolarità di questa ricetta è non salare il pesce spada perchè il sapore dei cucunci rende tutto saporito al punto giusto.
Vi lascio degli scorci della mia città, Salerno, e della sottostante Vietri sul Mare (da dove comincia la Costiera Amalfitana) vista dall’Hotel Raito. Ero lì per una riunione di lavoro che è durata due giorni ed affacciandomi dalla stanza ho potuto godere di questa vista, allentare la tensione, tirare un respiro e fotografarla di pomeriggio,

di notte,

all’alba....

Spero vi piaccia!!!
Buona settimana a tutti....e buon San Valentino!!