sabato 30 dicembre 2017

Plumcake di cioccolato con arance...c'e' atmosfera di festa!

Eccolo arrivato il periodo delle feste...riesco un attimo a fermarmi? Pranzi e cene da preparare, amici da rivedere, regalini ed auguri che ci si scambia ad oltranza, appuntamenti in continua evoluzione....ci credete se comincio ad avere necessita' di un'agenda anche adesso? 
Da piccola ho passato lunghi inverni davanti al fuoco del camino di mia zia, la cugina di mio padre, e mi piaceva l'odore del legno bruciato, le scintille scoppiettanti, il calore che mi faceva sentire le scocche rosse. Anche la sorella di mia madre ne aveva uno in Costiera e quei pochi giorni che passavo li con i miei cugini giocavamo fino a tarda notte con carte e fish, gettavamo le pigne nel fuoco e guardavamo "Natale in casa Cupiello" in tv.

Oggi sogno una casa con il camino e rincorro la possibilita' di ricreare quella magia...un po' ci siamo riusciti per l'Immacolata in un casale Toscano dove per una sera un pezzo di famiglia ci si e' riunito davanti.
Le vigilie, i giorni di festa, i giorni prima, il giorno dopo...qui si mangia allo sfinimento e si parla sempre di cibo....a tavola, al telefono, al supermercato...ovunque il tema e' il cibo, si prendono idee....lo scopo non e' la sopravvivenza, e' la condivisione di sapori autentici o innovativi condivisi con le persone a cui tieni tanto.
Si, si mangia tanto, troppo...l'albero straborda di panettoni e cioccolate, sul tavolo una ciotola di frutta secca tenta alla prova, bottiglie di vino aperte che e' un peccato non finire, la macchinetta del caffe' che sbuffa di continuo ad ogni nuova scampanellata di porta, un nocino regalato che non si puo' non bere.
La casa ha cambiato colori virando al rosso su bianco, si e' riempita di candele, piccoli elfi, lucine colorate, l'albero delle feste. Quando mi siedo di fianco al presepe muovo i pastori immaginandone la loro storia...il mercatino, la pastorella che prende l'acqua al pozzo, gli zampognari che risuonano nella notte, i magi che vengono dall'Oriente in lontananza.
Una calda coperta rossa e sprofondo sul divano...guardo un film di Natale che finira' in nottata, ma ora si puo' perché' domani niente lavoro... la teiera borbotta ed una calda tisana scalda le mani....l'inzuppo di roccoco' pieno di mandorle e profumato di arancia consola al pensiero della sferzata di freddo che c'e' fuori.
Sembra ridondante preparare un dolce tra i dolci ma mi concedo un semplice plumcake per profumare casa di buono.

Ingredienti:
180 gr. di farina 00
160 gr. di zucchero
140 gr. di yogurt
80 gr. di burro
3 uova
buccia di arancia grattugiata
35 gr. di cacao amaro
1 bustina di lievito per dolci
mezzo vasetto di confettura di pera
zucchero a velo

Procedimento:
Separare i tuorli dagli albumi e lavorarli con lo zucchero finche' quest'ultimo non sia sciolto. Aggiungere lo yogurt ed il burro, poi la farina setacciata con il lievito. Grattugiare la buccia di un'intera arancia. Setacciare anche il cacao poi aggiungere gli albumi montati a neve pian piano per inglobare aria al composto. 
Rivestire con carta forno una forma da plumcake e versare meta' del composto. Creare uno strato con la marmellata di pere e ricoprire con il restante composto. Io avevo degli anellini di cereali e cioccolato che erano da versare nello yogurt e li ho messi sul dolce.
Infornare a 180° forno statico per 30 minuti. Prima di sfornare assicurarsi sempre che il dolce sia cotto con la prova stecchino.
Una volta raffreddato ricoprire di zucchero a velo.

E' un dolce dal profumo di arancia che con il cioccolato si sposa benissimo, che si conserva per due giorni, soffice e non asciutto per la confettura scioltasi all'interno. Puoi tagliarne una fetta da accompagnare al caffe' quando i tuoi amici verranno a trovarti in questi giorni o semplicemente goderti una buona colazione di queste lente mattinate mentre le lucine dell'albero corrono ritmiche su e giu'.
E poi per le strade di Salerno a veder le luminarie, un aperitivo con chi vedi velocemente, una pizza con gli amici per allentare la tensione di cucinare....c'e' chi restera' per Capodanno, chi partira' verso mete europee, chi prepara tute e scarponi per andare a sciare.
Ognuno traccia in modo personale le proprie feste, ci si crea un album che racchiudera' i momenti di tutta una vita...
Auguro con tutto il mio cuore a tutti voi una felice chiusura del 2017 ed un 2018 sfavillante!!!

domenica 26 novembre 2017

Arista al latte con aromi, limone e prosciutto....un borgo....Sant'Agata dei Goti!





Arrivo in affanno, dietro mille cose da fare, ed il blog come al solito resta indietro. Ma la voglia di ritornare a raccontare è sempre tanta....ed allora eccomi qua.

In autunno inoltrato basta un ponte dei Santi per una pausa che diventa opportunità....una gita fuori porta verso il borgo antico beneventano di Sant'Agata dei Goti. Percorro per lavoro, almeno una volta la settimana, la via Telesina, attraversando terre che da entrambi i lati sono piene di ordinati filari di vigne che ormai virano ai caldi colori arancio-rosso dopo aver dato il proprio nettare sublime anche per quest'annata. Ma non mi ero mai inoltrata piu' avanti di Telese.
L'Italia e' piena di luoghi da visitare ovunque, e vedo che pur viaggiando in lungo e largo dentro e fuori la mia regione ancora ci sono, vicino casa, posti che non conosco.

Su un costone di roccia di tufo, a strapiombo da un lato e dall'altro, si affacciano i confini di questo paese. I primi che si accamparono qui furono i Romani. In seguito divenne feudo colonizzato prima dai Longobardi, poi dai Normanni ed ancora dagli Svevi e dagli Angioini.

Percorrendo le sue strade incorro nel castello ducale, nelle piccole piazze centrate da fontane e nei tanti palazzi nobiliari. Numerose le chiese tra le quali il duomo che conserva in una nicchia la patrona Sant'Agata, una martire siciliana alla quale furono strappati i seni, e per questo oggi invocata dalle donne che affrontano questo male. 
Mi piace sempre puntare la testa all'insu'...e poiche' qui e' pieno di camini sono attratta da comignoli di ferro battuto....
Alle porte del paese uno spettacolare acquedotto Carolino voluto da Vanvitelli nel 1765 per convogliare le acque copiose verso le fontane della bellissima Reggia di Caserta.






Passeggiamo per le viuzze ricoperte di quadroni di lucida pietra quasi marmorea, riviviamo ere lontane, entriamo in negozi di artigiani che lavorano la ceramica, il legno, ricami e merletti....
Entrare in una delle tante trattorie dove piatti a base di zucca, funghi e mele annurche coltivate in questa zona la fanno da padrona nei piatti e dolci del giorno.
La mela annurca diventa composta per accompagnare i formaggi, ripieno di torte casalinghe, ingrediente per liquori, mangiata cosi' nella sua semplicita'...piccola, croccante, dal sapore leggermente acidulo del limone.
In compagnia anche dei miei genitori giochiamo a fare i turisti, scattiamo foto, rallentiamo il passo dei giorni comuni.
Ritorniamo a casa sull'imbrunire del giorno con la sensazione di essere stati per qualche ora lontani ed in un'altro tempo che fu.

La domenica invece la passiamo a casa riunendoci attorno alla tavola con un piatto che dia il senso del clima piu' freddo che avanza.

Un'arista di maiale che decido di farcire con l'aiuto della retina che la contiene: prosciutto crudo, fettine di limone ed erbe aromatiche.

Ingredienti:
arista di maiale in retina
due fette di prosciutto crudo

fettine di mezzo limone
rosmarino
salvia
pepe nero
sale
olio Evo
mezzo bicchiere di latte
patate tagliate a fettine


Procedimento:
Sciacquare e tamponare l'arista. Farcire sotto la retina con il prosciutto crudo, le fettine di limone, la salvia, il rosmarino. Adagiare l'arista in una pirofila per forno unta con l'olio Evo. Aggiungere al fondo mezzo bicchiere di latte. Aggiungere le patate tagliate a fettine sottili.
Salare e spolverare con pepe nero.
Infornare in forno preriscaldato a 170 gradi ventilato per 30 minuti. Ricoprire con carta argentata ed ultimare la cottura per altri 20 minuti.
Tagliare in fette, ricoprire con fondo di cottura e servire!


E' una carne bianca, tenera, saporita dal prosciutto quasi sciolto e dalle spezie. Ideale per tavolate un po' piu' numerose, fare le porzioni risulta piu' semplice.
Le giornate si stanno accorciando sempre piu' ma ne prendiamo il buono del calore di casa!
E' un anno particolare e tante cose buone e meno prendono i miei pensieri....spero di entrare in sintonia con questo periodo dell'anno che tanto amo...e spero di riapprodare presto qui..nella mia piccola casa virtuale. Un abbraccio!!!


sabato 21 ottobre 2017

Teglia di zucca e patate al forno....andar per sagre e castagneti!!

Vivo la domenica come il giorno di riposo per eccellenza! 
Il sabato e' sempre piu' frenetico per le cento e piu' cose lasciate in pendenza, per la casa che deve essere ripresa daccapo, qualche volta capita che sia anche un giorno lavorativo. 
La domenica invece e' segnata sempre di rosso sulla mia agenda e tutto deve essere lento....il risveglio, il rituale della macchinetta sul fuoco, la scelta del pranzo, lo sprofondare sul divano in pieno pomeriggio, una cena veloce a base di pizza, toast oppure hot dog.
La domenica divento pigra a dispetto della mia vita frenetica, divento riluttante ad uscire perche' sono sempre in viaggio, divento un orso a dispetto di giornate piene di incontri, persone, appuntamenti. 
Mi piace girare per le stanze calde ed accoglienti di casa, riordinare i cassetti provando abbinamenti possibili, navigare in rete tra un blog ed un altro alla ricerca di qualcosa di nuovo. 
Se il mio compagno uscirebbe sempre io sono felice di star ferma...
Poi pero' degli amici sono riusciti a convincerci ad andare per sagre e cosi dall'eccezione alla regola ne e' venuta fuori una bellissima giornata di autunno con una comitiva di 16 persone tra adulti e bambini.
Le sagre di paese sono generalmente estive ma da noi, laddove il tempo lo permetta, si protraggono fino a novembre con castagne, funghi e buon vino. ( questa a Roccadaspide qualche anno fa).
A Calvanico, un paesino arroccato tra le montagne alle spalle di Salerno, ti ritrovi a camminare tra strette viuzze di paese accompagnata dal profumo di sughi in lenta cottura che fuoriesce dalle finestre. Le vecchine, sentendo il vociare in un posto cosi' solitario, per curiosita' escono sull'uscio di casa chiedendoti da dove provieni.
Nella piazza della sagra sono tantissime le tavole apparecchiate per la degustazione di pappardelle ai funghi, pennette al sugo di funghi e castagne, zuppa di funghi con la salsiccia ne castagne, calzoncelli dolci e crostate farcite di crema di castagne.
Poi un braciere enorme nel quale cuociono scoppiettanti caldarroste dal cuore morbido, dolce e l'esterno bruciachioso, croccante, e tutto in giro senti l'odore di legna che arde.
Dopo pranzo si smaltisce con una salita verso i castagneti a raccogliere, tra i ricci caduti in strada, le castagne da portare a casa. Bellissime, grandi, ne abbiamo fatto bottino! Le bambine con le loro amichette non facevano che gridare di gioia ad ogni castagna buona che fuoriusciva da ricci ancora non raccolti tanto da attirare l'attenzione del proprietario del castagneto che a vederci in cosi' tanti avrebbe voluto spararci. Una marachella che ci ha fatto ridere a crepapelle e ci ha fatto messaggiare fino a sera tra noi che dovremmo essere gli "adulti" della situazione.


Dopo una giornata cosi' rientrare e sprofondare sul divano e'stato ancora piu' divertente!!
E sempre nelle corde autunnali vi lascio questa teglia di zucca e patate che ho provato durante un pranzo fugace in Puglia.
Ingredienti:
un pezzo di zucca 
patate
capperi
olive nere
sale
olio evo
pangrattato
grana padano grattugiato
origano
rosmarino
Procedimento:
Tagliare a fettine sottili la zucca e le patate sbucciate e lavate. Disporle in una teglia da forno ed aggiungere i capperi dissalati e le olive nere. Salare e condire con olio a filo. Mescolare bene il tutto poi ricoprire la superficie con pangrattato e grana padano, poi le spezie rosmarino ed origano.
Preriscaldare il forno e cuocere a 170° statico finche' le patate e la zucca non risultino cotte perché la forchetta le attraversa. Ultimare 5 minuti con grill.

E' una teglia gustosissima e molto facile da preparare. Il profumo che fuoriesce dal forno invita alla cena! E' un contorno economico e se ci si conserva un po' di zucca, (generalmente se ne compra un bel pezzo di questi tempi) facilmente gli ingredienti sono tutti in casa.
Poi intagliando le castagne raccolte la serata diventa proprio speciale!!


domenica 1 ottobre 2017

Pasta mista con la zucca....e la voglia di cambiamenti!



Ci avranno pensato a lungo anche quelli del Marketing IKEA su quale potesse essere lo spot più appropriato in occasione del lancio del nuovo catalogo...nuova stagione, nuovi colori.....quando arrivi in negozio trovi scritto a caratteri cubitali "Siamo fatti per cambiare".
Ci hanno preso in pieno! Il cambiamento è una condizione che ci accompagna sempre ma che si fa più forte con l'arrivo dell'autunno, quando la stagione estiva, quella della pausa breve o lunga che sia stata, ci lascia. 
Tutto ricomincia, la scuola, il lavoro, e sembra che d'ora in avanti le giornate avranno ore interminabili. È un effetto paradosso perché in realtà le giornate diventano più corte ma si riesce a fare il doppio. Si riuscirà di nuovo ad incastrare ogni cosa...e l'aria che lentamente rinfresca soprattutto di prima mattina e la sera regala una sferzata di energia.
Il consolatorio ruotare delle stagioni porta i suoi benefici. L'autunno ricompare con colori caldi....l'arancione della zucca, le prime castagne intagliate e scoppiettanti che riprovi a far cuocere in padella come delle caldarroste...le noci e la frutta secca che d'ora in avanti faranno compagnia a fine pranzo per perdere tempo ed intrattenersi di più prima di alzarsi.
Magari alla lunga stancheranno ma per adesso le prime mele e pere invogliano ad un dolce semplice e genuino. Voglia di caldo, di casa, di accoccolarsi in salotto davanti alla tv mentre anche quel po' di balcone prima socchiuso ora lascia fuori i rumori della città.
Riprendo il mio uncinetto e pesco nelle buste richiuse sui ripiani dello scabuzzino tutti i colori che mi potrebbero piacere. Gioco nel metterli insieme e già assaporo quando potremo utilizzare questo playd nelle sere invernali. Una maglia dietro l'altra, riga su riga, la copertina prende forma!










Le minestre in casa riappaiono e con esse anche la pasta mista con la quale cucinare fagioli, ceci, piselli, patate, o perché no...una buona zucca di stagione.
La pasta mista è una gran trovata della nostra Campania, un escamotage per recuperare tutti i pacchettini mai finiti dei diversi tipi di pasta per metterli insieme...tubettini, pennette, spaghetti da spezzare, resti di tagliatelle rotte e chi più ne ha ne metta! Il gioco della giusta cottura sta nell'acqua da aggiungere per cuocerla facendo si che non sia mai stracotta ma al dente....poi va fatta riposare un attimo prima di servirla e la cottura termina così in maniera perfetta.

Ingredienti:
250 gr. di pasta mista
400 gr. di zucca dadolata
acqua q.b.
aglio
olio EVO
sale
foglie di basilico
pepe

Procedimento:
Eliminare la buccia dalla zucca e ridurla a dadini. In una padella larga soffriggere un po' di aglio nell'olio. Togliere l'aglio e calare i dadini di zucca. Soffriggere un po' dopodiché aggiungere poca acqua fino a coprirla a filo. Aggiungere sale q.b. e far cuocere finche' la forchetta entri completamente nei dadini di zucca.
In una pentolina per la minestra mettere questa zucca cotta e passarla al mix. Aggiungere circa 250 ml di acqua, aggiustre di sale e quando bolle buttare la pasta. Cuocere la pasta al dente. Nel mescolarla lentamente l'acqua si asciugherà. Avere un po' di acqua in ebollizione a dispozizione da aggiungere casomai durante la cottura la minestra si dovesse asciugare troppo. A fine cottura aggiungere un filo di olio EVO e qualche foglia di basilico. Impiattare ed a chi piace si può spolverare poco pepe.
Questo piatto ha il sapore dolciastro della zucca e rustico della pasta. Il pepe dona quella nota speziata che accorda i sapori. L'ideale è ottenerne una pasta brodosa ma non troppo...giusto nel fondo del piatto per gustarne la consistenza. Ne mangeresti, come per tutte le minestre, non un piatto solo!
Buon autunno a tutti!!!!

giovedì 14 settembre 2017

Ossobuco di tacchino con patate e pomodorini al forno....si ricomincia!!

Come riprendere i fili di un blog abbandonato per circa due mesi....in vacanza avevo scritto due post mai pubblicati per mancanza di rete...poi nel rileggerli mi son sembrati obsoleti è così li ho messi da parte. 
Intanto le ferie son finite e sebbene ricche di incontri e spostamenti la salute mi ha fatto brutti scherzi...credevo che con la ripresa del lavoro passasse tutto ed invece mi ritrovo acciaccata, a casa, mentre il mondo fuori riparte.
Accendo il pc...dalla posta elettronica spuntano centinaia di foto auto-inviatemi sulla mail per far spazio sul telefonino. Le scorro e rivivo i momenti vissuti, decido di ammazzare il tempo facendo ordine e mettendole al sicuro per non perderle.
In agosto vi avrei voluto parlare di mare, dei diversi mari che ho visto, ognuno diverso ma bello a suo modo....
In Cilento, a Scario, una parte di costa Cilentana incontaminata, le spiaggette sono lungo una nuda costa rocciosa...un traghetto ti consente di scegliere il posto che più ti piace...oltre la famosa Baia degli Infreschi ce ne sono molte altre tra le quali anche la spiaggia dei Francesi. Qui vi è una trattoria raggiungibile solo dal mare, con tavoli di legno e musica dal vivo, nascosto dietro una folta vegetazione alle spalle della spiaggia....ed Elvira, per il suo nome"la tana del lupo", dopo i primi passi sul sentiero tra gli alberi, ha pensato che fosse troppo suggestivo, ed a differenza della sprovveduta Cappuccetto Rosso, ha deciso fosse meglio non mangiarci....
Poi la Puglia verso Porto Cesareo....un mare diverso, lunghe distese di spiagge sabbiose e litorali che consentono a lidi e villaggi di organizzare animazioni per chi abbia voglia di divertirsi. Nel Salento il sole va via tardirdissimo e le persone vivono giornate interminabili in spiaggia organizzati con ombrelloni, tende, tavolini, sedioline e barbecue per serate lunghe e bagni di notte...festa grande la notte di San Lorenzo sotto i fuochi d'artificio del vicino stabilimento balneare.... le bambine si son divertite tantissimo...
Ed infine la Costiera Amalfitana, casa mia da quando son nata.....una spiaggia rocciosa, un'acqua blu e fredda, i paesini sempre lì puntellati a strapiombo sul mare....dovunque ti capiti di vedere una ringhiera o un muretto devi necessariamente affacciarti...il mare ed i panorami che ti si aprono sono sempre un sogno di questa costa che chiamano "Divina".
Gli ultimi cinque giorni sono stati il regalo che ci siamo fatti come famiglia in senso stretto...noi quattro, soli, mission Budapest.
Io sono affascianta ed attratta dall'Europa, ci trovo sempre calore, storia, origini che un po' sento mi appartengono.
Anni fa, senza figli, volevamo raggiungere Budapest via Danubio da Vienna ma poi scegliemmo di virare per Praga. Fu un viaggio bellissimo e pensavamo che forse con i bimbi un giorno sarebbe stato più restrittivo girare così tanto. Ed invece abbiamo due figlie che amano viaggiare, vedere cose nuove, scoprire usanze e cibi diversi dai nostri.  Vivono il viaggio in aereo, la camera d'albergo, le cartine della città da scoprire, le metro, i tram, la funivia, la ricerca dello Starbucks o l'Hard Rock di turno come un'avventura elettrizzante.

Fotografano monumenti, strade, ci fanno autoscattare selfie a più non posso. Ridono all'impazzata quando il papà decide che siamo troppo stanchi e per raggiungere la cattedrale sia meglio affittare un riscio'...ed il tipo per pochi euro ci porta correndo per tutte le strade di Budapest....
Strade larghe, palazzi alti, bellissimi, sempre più curati o in ristrutturazione...una città che sta vivendo rinascita e cambiamento.
Rimangono affascinate a sentire la guida nella Sinagoga Grande dell'antico quartiere ebraico di Pest. Questa è la più grande di Europa, ci racconta. Gli ebrei, abili mercanti, odiati dall'imperatrice MariaTeresa d'Austria, nel periodo del regno Austro-Ungarico, furono relegati in questa parte della città ...ed infatti qui c'è l'anima del commercio ed un mercato immenso. La guida si ferma non solo sulla sinagoga e sulla cultura ebraica, ma ci racconta la triste storia dei ghetti e del terribile periodo nazista...e Laura che ha appena finito la quinta elementare collega gli studi fatti e la storia...e camminare tra quelle tombe della memoria fa scendere lacrime.
E la parte di Buda? Attraversi il "ponte delle catene" e raggiugi il Castello con una funicolare....

....una città imperiale dai tempi di re Stefano che rese l'Ungheria florida ed indipendente. Divenuto Santo Stefano per aver convertito l'Ungheria al Cristianesimo a lui è dedicata la cattedrale a Pest.
Poi l'era della principessa Sissi, che con il suo matrimonio permise, nei secoli a venire, l'unione con l'Austria.....belli la corona, il vestito nunziale e la chiesa di Mattia (foto sopra) dove si svolgevano matrimoni ed incoronazioni....qui le stradine che si articolano sulla collina permettono una vista panoramica mozzafiato della Pest e del Parlamento di fronte.
Seguendo una guida comprata abbiamo scovato una chiesa che ogni quarto d'ora di rintocco faceva partire un bellissimo carillon. e nell'attesa consumavamo un pranzo al sacco immersi tra le scene di un film in costume che stavano girando.
La sera ci perdevamo a caso per le strade del centro, immergendoci nella vivace movida ricca di locali e di giovani raccolti attrono ad un tavolo con bottiglie di birra o di vino da condividere...la cucina tipica e piccoli mercatini di street food con gulasch, langos ,o questo tipico dolce a forma di cono cotto sui carboni...
Come esperienza a Budapest non potevano mancare le terme. Le acque calde e con proprietà curative scoperte già dagli antichi Romani e poi dai Turchi, sgorgano copiose dalle colline. I centri termali, fantastici in estate, son qui una cultura anche invernale, quando la neve fuori fa cercare calore..ce ne sono tante ma abbiamo scelto quelle più adatte ai bambini....le terme di Szechenyi.

Dodici piscine termali, tre aperte ed il resto al chiuso, a diverse gradazioni di temperatura, ci hanno regalato una giornata di puro relax.
Poi una passeggiata al parco lì vicino dove spunta il castello delle fiabe (Castello Vajdahunyad).

Ammetto di non aver cucinato molto in questo mese, il periodo più laborioso e'stato in Costiera. Questo non era un piatto estivo ma dopo tanti giorni di cucina a base di pesce si aveva voglia di cambiare. Così ho preparato questo ossobuco di tacchino con patate e pomodorini.
È piaciuto è così vi lascio la ricetta.

Ingredienti:
6 pezzi di ossobuco di tacchino
509 gr, di patate
pomodorini fresci
rosmarino
pepe nero
prezzemolo fresco
vino bianco
olio 
sale

Procedimento:
In un a pirofila riporre gli ossobuchi lavati ed aggiungere patate tagliate a fette e pomodorini tagliati a metà privi di semini. Aggiustare di sale ed aggiungere olio, mezzo bicchiere di vino. Speziare con rormarino, pepe nero e prezzemolo fresco. Mettere in forno per un' ora a 180°.
Far intiepidire e servire.

Per noi è stata una scoperta questo tipo di carne, poco usato dalle nostre parti. Una ricetta deliziosa che funge anche da piatto unico.
Anche se in ritardo...buona ripresa a tutti!!!